I tessuti e le tinture delle stoffe

I TESSUTI

Una delle peculiarità della Santa Crus riguarda il confezionamento degli abiti indossati dai figuranti durante la processione e la lavorazione dei tessuti che si utilizzano.

Grazie alla disponibilità degli abitanti, nelle settimane precedenti alla messa in funzione della “sartoria”, si raccolgono lenzuola di lino o cotone, che i Cervenesi conservano ancora e che con molta generosità sono pronti a donare per la “loro” Santa Crus.

Molto spesso sono tessuti antichi, lavorati e preziosi che, grazie all’abilità delle sarte, si rinnoveranno sui personaggi della processione rendendola unica anche per questo.

Parte dei tessuti viene poi acquistata ma, nell’ottica di un attento recupero e al fine di evitare lo spreco di stoffa, dove possibile vengono riutilizzati anche gli abiti dalle precedenti edizioni, apportando le opportune modifiche, perché la Santa Crus si evolve ad ogni edizione e con lei i suoi costumi.

LA TINTURA DELLE STOFFE

Un aspetto importantissimo, propedeutico ai preparativi sartoriali, riguarda la colorazione delle stoffe utilizzate: da tante edizioni è ormai consolidata la scelta di effettuare in loco le tinture dei tessuti utilizzati, un lavoro non facile da realizzare, che richiede studio, esperienza e fatica ma che ogni volta soddisfa le aspettative di ottenere capi unici.

Il Comitato Santa Crus 2024, attento agli aspetti legati alla sostenibilità, per questa edizione si è orientato verso l’utilizzo di tinture naturali a base di estratti vegetali, portando avanti una scelta etica ed ecologica, riducendo al minimo l’impatto delle colorazioni sull’ambiente, preservando la salute delle persone che effettuano la tintura e di quanti indosseranno gli abiti.

La tintura, effettuata esclusivamente su tessuti naturali, utilizza diversi tipi di estratti vegetali, quali l’estratto di Robbia (rosso), Resebia (per ottenere l’arancione), l’indaco (blu e azzurro), Legno di Campeggio (viola/grigio), Mallo di noce (marrone) e passa attraverso 2 fasi:

  • Mordenzatura, che è la preparazione necessaria affinché il colore si “aggrappi” al tessuto e che deve precedere la colorazione (tranne per l’indaco che segue un’altra procedura);
  • Tintura, che prevede l’immersione del tessuto nell’acqua bollente dove, secondo dosaggi e ricette frutto della sperimentazione, sono stati disciolti gli estratti che daranno il colore.

Il minor impatto sull’ambiente lo si ottiene anche in termini di basso consumo di acqua, utilizzando il criterio della “concentrazione dei colori a fasi” che prevede di preparare ed utilizzare dapprima i colori rossi, poi gli arancioni, poi i blu, recuperando l’acqua ad ogni colorazione.

Il lavoro sulle tinture che il Comitato sta portando avanti è frutto della collaborazione con “Officina del Colore Naturale” di Valentina Ferrari (laureata in biotecnologie e dottorato in Ecologia all’Università di Bologna) che produce gli estratti vegetali utilizzati, svolgendo un’attività ecocompatibile e recuperando così anche un importante patrimonio immateriale.

 

Alcune fasi della colorazione dei tessuti:

                  

 

 

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